A cura di Nicola Barbagli.
Quando si parla di Roma e l’Egitto il pensiero va senz’altro a Cleopatra, l’ultima rappresentante della dinastia macedone dei Tolomei. Le relazioni con Cesare e Antonio e il tragico epilogo della sua esistenza sono state oggetto di innumerevoli libri, spettacoli e pellicole, rendendola uno dei personaggi storici più noti al grande pubblico: non sorprende che in queste opere, spesso dai toni fortemente drammatici, la regina sia stata chiamata anche ‘l’ultima dei faraoni’ e che oggi la fine del suo regno segni per molti il tramonto della civiltà egizia. Le cose, tuttavia, non stanno proprio così. Infatti gli imperatori romani furono fin da subito considerati dagli abitanti della provincia egiziana né più né meno che come i loro predecessori: nei templi dove oggi si affollano milioni di turisti, come quelli di Hathor a Dendera o di Iside a File, si possono ancora ammirare numerosissimi rilievi che, seppur del tutto simili a quelli dei re del passato, rappresentano in realtà i faraoni romani. Più rare, invece, sono le sculture che li raffigurano nei tradizionali abiti egizi, di norma realizzate in pietre dure come il granito e la quarzite, provenienti dalle cave dei deserti egiziani, e destinate a ornare i santuari d’Egitto.
La statua di Domiziano (81-96 d.C.) conservata a Palazzo San Sebastiano, dunque, costituisce un reperto davvero eccezionale. Infatti, non solo si tratta di una delle poche statue di un imperatore come faraone che possono essere identificate con certezza, ma è anche l’unica della quale si è potuta accertare la realizzazione nel marmo, un materiale del tutto inusuale per questo genere scultoreo. Questo marmo, inoltre, non proviene da cave egiziane o da quelle delle vicine isole greche, ma dalla regione di Docimio, nell’attuale Turchia. Chi è stato a commissionare una statua dell’imperatore come faraone a una bottega così lontana dalla terra d’Egitto e quali sono state le sue ragioni? Dove si trovava la scultura prima di arrivare a Mantova e come è approdata nelle collezioni mantovane? Come mai proprio Domiziano è stato rappresentato nelle vesti faraone in questa e in altre statue? Quali rapporti avevano l’imperatore e la sua famiglia con l’Egitto e le divinità egizie? Nel corso dell’intervento che si terrà il 18 dicembre si cercherà di rispondere a queste e ad altre domande, dando l’opportunità a un pubblico non specialista di conoscere e apprezzare un oggetto dall’apparenza inusuale, ma dal valore storico e culturale straordinario.