Questa è una tela rara ed emblematica nella storia della documentazione delle città italiane; presenta la città di Roma a inizio Cinquecento attraverso una visione aerea, oggettiva e simbolica.
All’interno delle mura si trovano numerosi edifici, antichi e moderni, e fitte costruzioni evidenziate attraverso il colore rosso del mattone.
All’esterno sono raffigurate ampie zone deserte caratterizzate da una fitta vegetazione.
L’artista, ad oggi ignoto nonostante le numerose ricerche condotte sull’opera, ritrae sia i monumenti antichi, sia i nuovi progetti architettonici legati alla pianificazione urbana di Papa Nicolò V, come Piazza San Pietro e il Campidoglio.
È una rappresentazione fedele delle rovine e degli edifici antichi, tra cui si riconoscono, entro le mura aureliane: il Colosseo, il Pantheon, la colonna Antonina e quella Traiana.
Sui principali monumenti ci sono iscrizioni che aiutano a leggere la storia degli edifici e a datare l’opera: la Basilica di San Pietro è anteriore all’intervento di Bramante del 1506, sul ponte di Sant’Angelo ci sono due statue raffiguranti San Pietro e San Paolo lì poste nel 1534 e una scritta segnala lo spostamento del Marco Aurelio dal Laterano in Campidoglio, su progetto di Michelangelo. Questa preziosissima veduta viene realizzata su un modello di fine Quattrocento, dopo il Sacco di Roma del 1527. In primo piano, da sinistra a destra, si leggono la fondazione e il potere della città eterna: il tondo con la lupa capitolina e Romolo e Remo, al centro lo stendardo con l’aquila imperiale, la scritta SPQR Senatus Populus Quirites Romani e la Fuga di Enea da Troia e a destra un altro tondo tra la palma, simbolo di vittoria e l’alloro simbolo di virtù, con la personificazione del dominio romano.
tempera su tela
1530 circa