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Tempio Leon Battista Alberti
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Statuette Votive

Statuette del dio Osiride

Epoca Tarda (664-332 a.C.)
bronzo

Osiride è senza dubbio una delle divinità più importanti e complesse del mondo egizio, dalle origini ancora oscure. Il dio fu ucciso dal fratello Seth, che ne fece il corpo a pezzi, disperdendoli poi nel Nilo. Iside, sua sorella e sposa, ricompose il corpo e si unì sessualmente al marito, concependo il figlio Horo. La morte e la rinascita di Osiride quale signore dell’oltretomba alimentarono l’importanza del suo culto e la speranza in una vita eterna oltre la morte per ogni defunto. La produzione di bronzetti a sua immagine aumentò a partire dal VII sec. a.C. quale espressione di una nuova forma di devozione popolare. Si tratta di ex-voto propiziatori o di ringraziamento, deposti dagli Egizi nelle aree templari, che mostrano il dio nella sua iconografia più comune: in piedi o seduto, avvolto da un sudario funebre, con la barba posticcia, mentre stringe nelle mani il flagello nekhekh e lo scettro heqa, simboli di regalità. Osiride indossa inoltre la corona atef – la corona bianca dell’Alto Egitto affiancata da due piume di struzzo-, talvolta impreziosita da corna di ariete, oppure la sola corona hedjet – la corona bianca.

Statuette della dea Iside

Epoca Tarda (664-525 a.C.)
Bronzo

La dea per eccellenza dell’universo religioso egizio è Iside. Conosciuta soprattutto durante l’Antico Regno (ca. 2705-2225 a.C.) come “la grande di magia”, Iside assunse ben presto un ruolo di particolare importanza in quanto sorella e sposa di Osiride, un sovrano che, ucciso dal fratello Seth, divenne dio dell’oltretomba, lasciando in eredità al figlio Horo il diritto di governare sulla terra. Questi bronzetti di Isis lactans o kourotrophos, una tipologia ampiamente documentata in Egitto a partire dall’VIII sec. a.C. e poi attestata in tutto il bacino del Mediterraneo fino al IV sec. d.C., mostrano la dea nella sua funzione di madre che attraverso l’allattamento trasmette a Horo fanciullo il lascito paterno della regalità terrena

Statuette del dio Horo fanciullo

Epoca Tarda (664-332 a.C.) – Epoca Tolemaica (306-30 a.C.)
bronzo

I bronzetti raffigurano il dio Horo fanciullo (Hor-pa-khered), seduto o incedente, con gli attributi tipici dell’età infantile: il corpo nudo, il capo rasato ad eccezione di una lunga treccia di capelli che scende alla destra del volto – in una delle statuette è attualmente mancante- e il dito indice della mano destra portato alla bocca. Il giovane dio indossa tre diversi tipi di copricapo, una semplice calotta con ureo, la doppia corona dell’Alto e Basso Egitto (pschent) con ureo e la voluminosa corona hemhem sul nemes, che evidenziano il potere regale ereditato dal padre Osiride.

Toeri

Nuovo Regno (1539-1070 a.C.) (?)
calcare

Questa statuetta raffigura la dea Toeri. Attestata iconograficamente dall’Antico Regno (ca. 2707-2170 a.C.) fino all’Epoca Tolemaica (306-30 a.C.), la dea riunisce nella sua figura parti animali e umane: la testa è di ippopotamo, le braccia terminano con zampe di felino, mentre la parte centrale del dorso corrisponde alla spoglia stilizzata di coccodrillo. Le mammelle pendule, tipiche di ogni madre che allatta a lungo i propri figli, e il ventre prominente da donna in avanzato stato di gravidanza specificano l’ambito di azione di Toeri, protettrice della maternità, delle nascite e delle prime fasi di vita, dall’infanzia all’adolescenza. In questo caso, le fauci da ippopotamo sono andate perdute, così come gran parte degli arti inferiori e del simbolo sa (“protezione”), tenuto con entrambe le zampe dinanzi a sé.

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Collezione Giuseppe Acerbi

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