Secondo gli Egizi il ba era una delle entità spirituali che costituivano l’individuo in vita e la cui sopravvivenza oltre la morte era imprescindibile per il defunto stesso. Le due statuette della collezione Acerbi ne mostrano chiaramente l’aspetto di uccello a testa umana, che è spesso dotato anche di braccia e mani umane nelle raffigurazioni pittoriche. Pur mancando di una vera e propria fisicità, il ba aveva attitudini tipicamente umane, quali la necessità di nutrirsi e di muoversi.
Quest’ultima era la sua caratteristica più importante perché gli permetteva di abbandonare la tomba sulla barca del sole per ritornare nel mondo dei vivi e lì trovare il nutrimento necessario. Come il sole alla fine del giorno proseguiva il proprio viaggio nel mondo dell’oltretomba per rigenerarsi in unione al dio Osiride, il ba doveva ridiscendere nella camera funeraria e ricongiungersi alla fisicità del corpo mummificato (sah). Il disco sulla testa delle statuette testimonia l’associazione del ba al viaggio del sole e, più in generale, l’importanza del culto solare nella concezione funeraria degli Egizi.
Epoca Tarda (664-332 a.C.) – Epoca Tolemaica (332-30 a.C.)
legno con tracce di policromia