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Tempio Leon Battista Alberti
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Libro dei Morti di Aset-uret

Il papiro, ancora in rotolo, fu acquistato da Acerbi in occasione del viaggio del 1828-29 in Alto Egitto. Il rotolo fu aperto solo nel 1880 da Ernesto Schiaparelli, appena nominato direttore del Museo Egizio di Firenze, rivelando al suo interno alcuni capitoli con vignette di un Libro dei Morti in ieratico a nome della defunta Aset-uret. Il Libro dei Morti, o meglio le Formule per uscire alla luce del giorno, è una raccolta di testi di varia origine e struttura, che comparve nelle tombe egizie a partire dal Nuovo Regno (1539-1070 a.C.) e rimase in uso sino all’Epoca Romana (30 a.C. – 395 d.C.).

Secondo gli Egizi sarebbe stato Thoth in persona, dio della scienza e della scrittura, a creare questa raccolta di formule magiche, che doveva fornire al defunto le istruzioni e gli strumenti necessarie ad affrontare il difficile viaggio nell’oltretomba. Le versioni note del Libro dei Morti, iscritte alle pareti delle tombe, sui sarcofagi, sui papiri e sulle bende di mummia, su stele e amuleti, così come su vari altri oggetti del corredo funerario, non forniscono mai l’insieme complessivo delle formule -quasi duecento-, ma una loro selezione più o meno ricca, se non un solo capitolo.

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Collezione Giuseppe Acerbi

Fine Epoca Tarda (664-332 a.C.) – inizi Epoca Tolemaica (332-30 a.C.)
Egitto, Tebe Ovest
papiro con policromia

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