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Madonna della Vittoria

Il calco riproduce fedelmente, a dimensioni reali, la pala della Madonna della Vittoria di Andrea Mantegna. L’opera, oggi esposta al Museo del Louvre (Parigi), fu dipinta per volontà del marchese Francesco II Gonzaga, dopo la battaglia di Fornovo sul Taro presso Parma tra le truppe guidate dallo stesso marchese contro l’esercito di Carlo VIII, il 6 luglio 1495. Lo scontro fu cruento e la vittoria si sarebbe presto rivelata precaria; Francesco II decise di dedicare alla Madonna, cui era particolarmente devoto, una pala votiva da collocare in una nuova chiesa fatta edificare per l’occasione e decorata su progetto ideato e disegnato dallo stesso Mantegna. La realizzazione dell’intera opera avvenne in solo un anno e già nel giorno del primo anniversario della vittoria, il 6 luglio 1496, una solenne processione accompagnava il trasporto del dipinto dallo studio del pittore, presso la Chiesa di San Sebastiano, alla nuova cappella della Chiesa di Santa Maria della Vittoria a Mantova.

La grande pala raffigura la Vergine che dal trono, con il Bambino in braccio e il piccolo Battista a destra, porge la mano benedicente sul capo del marchese, ritratto in armatura sulla sinistra in ginocchio. Alle spalle del Gonzaga, accanto al trono, si riconoscono i santi Michele e Andrea; sull’altro lato sono invece raffigurati i santi Longino e Giorgio mentre la figura femminile in ginocchio, in primo piano, è stata riconosciuta come Santa Elisabetta, patrona di Isabella d’Este.

Il dipinto rimane nella chiesa votiva a cui era destinata sino all’arrivo in Mantova nel 1797 dei francesi guidati da Napoleone Bonaparte, che ne decidono il trasferimento, nonostante le accese proteste della Municipalità, a Parigi dove tuttora è conservata. In vista della partenza dell’opera, al fine di conservarne la memoria, su incarico del conte Giovanni De Lazzara (1744/1833), il pittore mantovano Antonio Ruggeri (1771-1841), allora studente di Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Mantova, realizzava il calco tra il marzo e il luglio del 1797. Ruggeri giunse a Mantova da Padova ai primi di marzo del 1797 ebbe sicuramente tempo e modo di lavorare direttamente sull’originale dato che la tela di Mantegna, prescelta per essere portata a Parigi come confisca di guerra già in data 14 febbraio 1797, fu effettivamente trasferita a Parigi solo nel luglio del 1798.

Il restauro dell’opera condotto negli anni 1990-1993 ha rivelato l’utilizzo di una carta filigranata molto antica – probabilmente cinque-seicentesca – con crescenti di luna. Il cartone risulta composto dall’assemblaggio di venti di fogli (cm 62 x 43) incollati su tela (in origine di juta, ora sostituita con una di macrolon) e presenta un fondo di colorazione bruna, dovuta forse alla naturale ossidazione delle sostanze oleose con cui doveva essere trattata la carta per renderla trasparente, su cui spicca il disegno tracciato in punta di pennello con tempera bianca.

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Francesco II Gonzaga

1797
Tempera su carta da lucido

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