Quest’opera è un affresco che ornava la cappa di un camino di una abitazione privata mantovana; in esso è evidente l’uso di un solo colore ad imitazione della scultura e dell’arte antica.
La scena raffigurata è alquanto insolita, è una vera e propria invenzione colta, che ha scatenato nel tempo un lungo dibattito interpretativo. A sinistra troviamo una figura femminile che si regge in equilibrio su una sfera, protende il busto e la testa all’indietro e volge lo sguardo verso la coppia che le sta accanto. Ha le ali ai piedi, vesti svolazzanti, è calva e un folto ciuffo di capelli le copre gli occhi. Il personaggio femminile che le sta accanto è raffigurato su un piedistallo rettangolare e trattiene un ragazzo che avanza verso la figura in movimento nel tentativo di afferrarla.
Se desideriamo comprendere il significato di questa raffigurazione dobbiamo affidarci alle fonti letterarie: ci vengono in aiuto un epigramma del IV sec d.C. del poeta Ausonio e una lettera di Mario Equicola a Francesco II Gonzaga del 1503. La figura a sinistra rappresenta l’Occasione, l’opportunità che deve essere colta al volo. La figura femminile a destra è la Paenitentia, una virtù simile alla Saggezza, che aiuta a prevedere le conseguenze dell’azione precipitosa e impulsiva. Il giovane che viene trattenuto riceve l’invito a riflettere, a non essere troppo precipitoso nelle decisioni e nello stesso tempo deve riuscire a cogliere l’occasione senza lasciarsela sfuggire.
È il tema del bivio tra virtù e vizio, che possiamo riassumere nel detto latino “Festína lente’: ‘affrettati lentamente’: agisci presto ma con cautela! Il suggestivo affresco viene eseguito nel primo Cinquecento da un artista, di cui non è ancora stato individuato il nome, in sintonia con il linguaggio e lo stile di Andrea Mantegna.
Dove vedere quest’opera
fine XV secolo
affresco strappato e montato su pannello di alveolare
